La Fornace di Massarosa

MA COS’È QUESTO MECCANISMO SEMIAFFONDATO?
Questo meccanismo arrugginito che sta sprofondando nelle acque del Laghetto di Manipura racconta una storia “quasi” leggendaria dal valore storico culturale inestimabile per tutto il territorio di Massarosa, si tratta di un vero e proprio reperto industriale. Una storia che inizia con la costruzione della vicina e ormai abbandonata Fornace di mattoni, detta Il Fornacione, la cui ciminiera si staglia tutt’oggi solitaria sul profilo delle colline massarosesi.
Tutto ebbe inizio tra la fine dell‘800 e gli inizi del ‘900 quando a Massarosa fu costruita la Fornace per sfruttare l’eccellente qualità di “argilla blu” che si trovava nei terreni tra il padule e le colline, direttamente ai piedi delle colline, dove la terra “tira” delle crepe.
Iniziò così una fiorente attività produttiva di mattoni, forse la prima attività industriale del nostro territorio. Così, mentre la gran parte delle famiglie del territorio trovavano sostentamento con il lavoro alla fornace, i terreni intorno iniziarono a diventare dei “groviera”: una distesa di cave, ovvero buche profonde diversi metri dal quale gli operai estraevano l’argilla per i mattoni. Un lavoro faticoso reso possibile grazie agli scavatori meccanici che venivano calati nelle cave per raccogliere l’argilla che poi veniva fatta risalire con carrelli su binari trainati con cinghie e motori a scoppio.
Ed ecco svelato a cosa serviva questo meccanismo ormai arrugginito, oggi simbolo di archeologia industriale.
Inoltre, durante le giornate in cui il livello dell’acqua scende, guardando a sud del Laghetto di Manipura è possibile vedere una pompa che serviva anch’essa per estrarre i fanghi.
Ebbene sì, perché anche il nostro Laghetto di Manipura era una cava di argilla della Fornace… ma l’acqua non c’era. Si racconta che (e qui la storia si confonde con la leggenda) dopo una comune giornata di lavoro di estrazione, lasciati il braccio scavatore e i carrelli in fondo alla cava pronti per il lavoro del giorno successivo, in una notte si riempì d’acqua, sommergendo tutto.
Ecco perché ancora oggi, infatti, i meccanismi e i binari semiaffondati sono visibili sulla sponda nord ovest del Laghetto di Manipura conosciuto da generazioni di massarosesi come una delle “bozze di Massarosa”.